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THE MARTIAN

Divieti
Negli Stati Uniti la Motion Picture Association of America ha classificato il film come PG-13, ossia vietato ai minori di 13 anni non accompagnati da adulti, per la presenza di linguaggio forte, immagini di ferite e brevi scene di nudo. Simili restrizioni sono state adottate anche in altri paesi; invece, per esempio, in Italia il film è stato distribuito con il visto censura "film adatto a tutti".
Edizione italiana
Il doppiaggio della versione italiana è stato curato dal'International Production Time Out Srl di Roma e diretto da Massimo Giuliani, autore anche dei dialoghi in italiano, con l'assistenza di Eleonora Erin. Il film, il cui titolo è stato modificato dall'originale The Martian a Sopravvissuto - The Martian, è stato distribuito, anche in 3D, da 20th Century Fox Italy, che fa capo all'americana 20th Century Fox.
Edizioni home video
Il film è stato distribuito per il mercato home video in tre formati: DVD, Blu-ray Disc e Blu-ray Disc 3D, disponibili negli Stati Uniti d'America dal 12 gennaio 2016, mentre in Italia dal 14 gennaio. All'interno dell'edizione sono presenti, oltre alla versione finale del film, diversi contenuti extra: Segnale Acquisito: scrittura e direzione, Occupa Marte: casting e costumi, dove gli attori discutono dei ruoli assegnatigli, Ares III: Refocused, Gag Reel e Production Gallery; a questi si aggiungono anche cinque scene eliminate: Ares III: Farewell, The Right Stuff, Ares: our greatest adventure, Leave your mark e Bring him home.
CRITICA:
Su Rotten Tomatoes il film ha un indice di gradimento del 92%, con un voto medio di 7,9 su 10, basato su 287 recensioni professionali. Il commento del sito recita: "Intelligente, emozionante e sorprendentemente divertente, The Martian  offre un fedele adattamento del libro bestseller che tira fuori il meglio dal protagonista Matt Damon e dal regista Ridley Scott". Su Metacritic il film ha un voto di 80 su 100 basato su 46 recensioni. Peter Debruge di Variety ha descritto il film come una "affascinante e rigorosamente realistica storia di sopravvivenza nello spazio". Henry Barbes di The Guardian ha dato al film 3 stelle su 4, affermando che "Non è fantastico, in qualunque senso, ma può vantare un certo senso del divertimento. Per essere un film di sopravvivenza è piuttosto leggero nel pericolo, ma non mancano i brividi". Lou Lumenick del New York Post ha scritto che il film è il migliore di Scott e di Damon, descrivendolo come "un'avventura semplice ed emozionante, senza gli intoppi metafisici ed emotivi di Interstellar."

ARTICOLI INTEGRALI DEGLI AUTORI MENZIONATI.

Recensione di Emanuele Sacchi                                                          
martedì 29 settembre 2015                             

                                                  
L'equipaggio della missione Ares 3 sul suolo di Marte si trova nel mezzo di una tempesta che non lascia scampo. Il botanico Watney viene colpito da un detrito: credendolo  morto, il comandante Lewis ordina alla squadra di abortire la missione e  tornare sulla Terra. Ma Watney è vivo e, mentre cercherà di prolungare  il più possibile la sua sopravvivenza sul Pianeta Rosso, la Nasa ricorrerà a ogni stratagemma per provare a riportarlo a casa. Hanno detto che Sopravvissuto - The Martian rimette la "sci" in  sci-fi, ovvero pone l'accento sulla "scienza" di fantascienza. E non  sono andati lontani dal vero. Ridley Scott, alle prese con uno script  non suo - autore il Drew Goddard della scuderia Joss Whedon - e tratto dal meticoloso romanzo di Andy Weir, un ingegnere informatico reinventatosi scrittore, si dimentica di essere il profeta dei futuri distopici di Alien e Blade Runner. E si limita a fare quel che gli riesce meglio, ossia rendere cinematografica materia che tale non è. Concedendo qualcosa al 3D ma il minimo indispensabile alla computer graphics, Scott consegna la sua epica alle riprese in esterni della desolazione marziana. Le passeggiate di Matt Damon sul suolo di Marte, a bordo del suo rover, ricordano  tanto le cavalcate fordiane nella Monumental Valley che gli orizzonti  infiniti di Lawrence d'Arabia. E non casualmente, visto che quest'ultimo è stato girato in luoghi vicini al deserto della Giordania scelto per The Martian. La visione di Scott e il suo racconto di un'odissea in cui Ulisse e Robinson Crusoe trovano un ideale punto d'incontro procede in parallelo  con i teoremi infallibili di Weir, che vede nel suo protagonista l'ingegnere perfetto, un MacGyver di Marte pronto a elaborare modalità di sopravvivenza sempre nuove in un pianeta ostile. Rosso, brullo e indomabile, il quarto pianeta viene privato della allure che lo ha accompagnato in un tutt'altro che brillante passato cinematografico, attraverso l'espediente di ipotetiche civiltà pre-terrestri (Mission to Mars) o alieni belligeranti (La guerra dei mondi). E presentato per ciò che è, un gigantesco e suggestivo ostacolo alla  vita. Solo con la forza dello humour da middle-class americana di Damon-Watney e con il pragmatismo della Nasa (collaboratrice e sponsor del film) il racconto regge per la sua lunga durata, avvince e infine porta all'immedesimazione con il protagonista. E pur trattandosi questi, ancora una volta, di un Matt Damon da salvare (Salvate il soldato Ryan) per il bene dell'America e del mondo, lo script spinge il minimo indispensabile sul pedale di un enfatico patriottismo; scegliendo anzi, con un'inattesa svolta narrativa, di ridimensionare il ruolo statunitense di superpotenza infallibile. Il futuro non è mai parso più verosimile di così, divaricando ulteriormente le due storiche branche della fantascienza: da un lato una space opera sempre più assetata di effetti speciali e meraviglie,  dall'altro la controparte pseudo-scientifica, con i piedi ben piantati per terra, nonostante gli occhi osservino il cielo. Con buona pace di  chi cerca una sua personale terza via, come il Nolan di Interstellar. Resta da domandarsi, visto il palesato intento di promozione a un rilancio dei viaggi aerospaziali della Nasa, se si tratti di uno spot centrato o controproducente. Proprio in virtù della stretta aderenza ai fatti di The Martian, infatti, Marte come meta non è mai parsa meno allettante di così. Omini verdi malvagi con i laser compresi.

Su MYmovies il Dizionario completo dei film di Laura, Luisa e Morando Morandini     
                             
Creduto morto e abbandonato su Marte, l'ingegnoso botanico Mark Watney riesce a coltivare il pianeta rosso e a sopravvivere fino all'arrivo dei soccorsi. Prolifico ma alterno - capace di toccare i vertici ma anche di raschiare il fondo - Scott cava un buon film dal romanzo di Andy Weir The Martian - autopubblicato nel  2011 - sceneggiato da Drew Goddard. È una rivisitazione in chiave fantascientifica, più scientifica che fanta, dell'archetipo di Robinson Crusoe, imparentata con Cast Away (2000) e centrata sulla capacità di farcela dell'uomo sia come individuo sia come squadra. Al suo attivo l'ottima direzione degli attori, l'equilibrio tra ritmo narrativo lento e incalzante, la raffinata eleganza figurativa (riprese nel deserto della Giordania, fotografia di Dariusz Wolski) e soprattutto l'angelo custode  dell'ironia che assiste Damon e l'intero film. Segna il passaggio di Scott da una visione pessimistica (Alien, Blade Runner, Il gladiatore) a una visione ottimistica dell'umanità, ma forse per questo non raggiunge la profondità esistenziale e la tensione drammatica dei suoi capolavori.

Sopravvissuto – The Martian, la recensione
di Gabriele Niola

Non ci sono dubbi che Sopravvissuto – The Martian sia uno dei film più nerd di sempre forse solo dopo Wargames, una storia che si compiace della sua correttezza scientifica e della sua conoscenza di tante discipline diverse, una storia spaziale dall’esagerata plausibilità che ha però il pregio “autoriale” di guardare con un amore, una passione e un senso paradossale dell’eroismo mai machista la figura dello scienziato.



Non ci sono dubbi che Sopravvissuto – The Martian sia uno dei film più nerd di sempre.
Il Mark Watney di Matt Damon, abbandonato su Marte ma intenzionato a non morire, è un secchione senza pari che proprio per questo diventa eroe, di fatto esaltando la conoscenza a scapito dell’ardore avventuriero che solitamente anima i protagonisti. Non è il coraggio la sua caratteristica base, ma la consapevolezza di cosa sia in grado di fare, costruire e mantenere; la costanza e la forza della ragione lo mantenengono in vita, là dove di solito il cinema e i romanzi esaltano la forza sentimentale, l’animo indomito e tutto ciò che va al di là della ragione. In Sopravvissuto – The Martian ciò che conta è proprio la capacità di riflettere a freddo e non quella di andare oltre ad essa con il cuore, cioè ciò che siamo abituati a vedere  nelle spalle o coprotagonisti. Dall’altra parte in questo film emerge con forza anche il miglior pregio di Ridley Scott, quello che riconosciamo ai suoi film migliori, cioè la sua capacità di interpretare un testo, di essere “regista” prima che “autore”, cioè di mettere in scena una storia scritta da qualcun altro coordinando al meglio un team di professionisti accuratamente scelti, di mescolare e assemblare soluzioni e idee altrui nella maniera migliore. Un po’ talent scout un po’ cuoco, Ridley Scott con Sopravvissuto – The Martian serve in sala una ricetta quasi perfetta, non priva di qualche sapore un po’ troppo usuale ma impiattata, cotta, amalgamata e selezionata con una cura che senza esitazioni fanno dimenticare gli aspetti più retorici.

La trama viene da un bestseller online, libro autopubblicato da Andy Weir  in rete e poi a furor di popolo finito in libreria con una casa editrice reale. In un futuro prossimo, uno in cui la NASA comincia ad esplorare Marte con esseri umani, un astronauta, creduto morto durante un incidente ed erroneamente abbandonato sul pianeta rosso dal suo  equipaggio, si sveglia il giorno dopo e comprende immediatamente di essere solo su un pianeta che non ha niente per la sopravvivenza. Dalla  sua ha la base costruita per resistere poco più di un mese e una serie di provviste per 6 persone, tutto insufficiente a sopravvivere per il periodo necessario all’arrivo di una nave di salvataggio (sempre ammesso che riesca in qualche modo a comunicare con la Terra),contro di sè ha  qualsiasi minimo problema possa sopraggiungere. Il film, adattato per lo schermo da Drew Goddard, ha una dose fastidiosa di retorica ed enfasi tipica della Hollywood più  banale, un’esaltazione della coolness intellettuale dei personaggi e un’epica spesso non necessaria. Qualsiasi svolta o idea è resa con un eccesso di grandezza come fossimo in un film di Michael Bay, ma senza la sua corrispettiva grandiosità visiva e il suo senso dinamico, anche l’ultimo degli scienziati NASA sa essere uno stereotipo di insubordinazione senza senso, se lo vuole, e anche la più semplice trovata viene spiegata con eccessiva enfasi. Nei suoi momenti peggiori insomma Sopravvissuto – The Martian sembra un film di Ron Howard, banale e retorico, eppure la maestria di Ridley Scott  sta proprio nel creare un grande flusso narrativo, così impetuoso e potente da spazzare via ogni indecisione e ogni difetto. Questo film dagli scenari magnifici, che racconta di un’avventura in un altro  pianeta, di viaggi spaziali e decisioni titaniche, pieno di star e dal budget ragionevolmente alto, lo stesso suona come un piccolo libro autopubblicato, ha la leggerezza spensierata del divertimento tra scienziati che diventa comprensibile per tutti


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CREDITI:
Alien.it
Wikipedia
avp.wikia.com
mtv.com
youtube.it
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