4) Il prologo e il sacrificio del primo Ingegnere potrebbe NON essere ambientato sulla Terra
Molti detrattori della pellicola hanno comunque subito il fascino del bellissimo prologo iniziale, una sequenza di grande impatto cullata da uno splendido tema sonoro, che si conclude con il sacrifico dell’Ingegnere. Dalla sua scomposizione molecolare, in seguito alla sorsata del misterioso liquido bevuto, Ridley Scott fa capire che la vita organica prende forma in quel determinato mondo. Tutti abbiamo pensato che si potesse trattare del pianeta Terra, ma il regista ha una visione ancora più ampia del prologo. Ecco le sue parole:
“All’inizio del film c’è una sequenza che parla della creazione. È una donazione, nel senso che il peso e la costruzione del DNA di queste creature è al di là di quello che possiamo immaginare. Non è necessario che sia ambientata sulla Terra, potrebbe trattarsi di un luogo qualsiasi. Potrebbe essere un qualsiasi pianeta. Quello che sta facendo è comportarsi come un giardiniere nello spazio. E per impiantare la vita, deve disintegrare se stesso. Se fai una comparazione tra quella idea con altri elementi sacrificali nella storia – che sono chiaramente illustrati con i Maya e gli Incas – avrebbe vissuto per un anno come un principe, e alla fine di quell’anno, sarebbe stato preso e donato agli dei nella speranza di migliorare ciò che potrebbe accadere il prossimo anno, che sia il raccolto o il meteo, eccetera.”
5) Gli Ingegneri sono interpretati da attori in carne ed ossa, tre in tutto.
Sono il primo ad aver creduto per mesi che gli Ingegneri fossero stati realizzati in CGI. Niente di più sbagliato, e così come gli enormi set sono stati realmente costruiti (il realismo è infatti eccezionale), gli alieni sono stati interpretati da tre attori. Il primo, quello della cascata, è Daniel James, un attore-modello che Scott stesso avrebbe voluto uccidere con le sue mani visto che a pochi giorni dall’uscita se ne era uscito tranquillamente con tutta la descrizione del prologo e della sua parte (non sappiamo se effettivamente sia ancora vivo…) Prima di scomparire nel nulla, proprio come nel prologo, l’attore rivelato che gli ci sono volute dieci ore per indossare il “costume”, formato da 27 pezzi in silicone, incollati direttamente sul suo corpo.
Il secondo Ingegnere, detto “il fantasma”, è stato interpretato da John Lebar, mentre il terzo ruolo, quello più rilevante, è stato ricoperto da Ian Whyte. L’attore si è non solo dovuto risvegliare dal criosonno, ma anche staccare la testa a Fassbender, uccidere tutti gli altri e inseguire la Rapace fino ad essere ucciso dal mega-facehugger.
6) Cosa dice esattamente l’androide David all’Ingegnere nella scena finale?
Durante i due anni e mezzo di viaggio della Prometheus, David (Michael Fassbender) sta imparando le basi del linguaggio per essere pronto a comunicare con i creatori nel momento in cui li avessero trovati. Lo vediamo ricevere una lezione di indoeuropeo, una protolingua che costituisce l’origine comune di tutte le lingue indoeuropee, risalente a 7000 anni fa. Un professore olografico gli fa recitare la favola “La pecora e i cavalli”, scritta nella lingua indoeuropea nel 1968 dal linguista August Schleicher. Fassbender ha trascorso 17 ore per imparare a memoria il brano, ma alla fine Scott gli ha fatto recitare solo la prima frase nel film. Il professore olografico è in realtà il dottor Anil Biltoo del centro linguistico SOAS, un vero linguistica, che ha aiutato Fassbender a recitare il dialogo. L’uomo ha rivelato la traduzione della frase, svelando che Scott ha girato una versione più lunga di questa scena, in cui David e l’Ingegnere discutono (Final’s Cut in arrivo?). Ecco la frase che fa infuriare l’Ingegnere: /ida hmanəm aɪ kja namṛtuh zdɛ:taha/…/ghʷɪvah-pjorn-ɪttham sas da:tṛ kredah/
“Questo uomo (Peter Weyland) è qui perché non vuole morire. Crede che tu possa dargli altra vita.”
7) Il pazzo collegamento che in teoria Ridley Scott aveva in mente: Gesù Cristo era un Ingegnere!
Qualche tempo fa si era parlato di un possibile taglio ancor più religioso della pellicola. L’argomento fede-Dio viene solo sfiorato, grazie alle credenze della Dott.ssa Shaw e a dialoghi con David, ma Scott e gli sceneggiatori hanno avuto ben altro in mente. Volevano affermare che Gesù Cristo era uno degli Ingegneri, e la sua crocifissione li ha fatto infuriare. Per questo stavano allestendo la navicella con un vero e proprio arsenale biologico pronto a distruggere lo stesso pianeta al quale avevano donato la vita. Ce lo conferma lo stesso Scott con alcune parole: “Lo abbiamo fatto, e poi abbiamo pensato che fosse un po’ troppo perfetto. Ma se guardiamo a uno scenario in cui ‘i nostri figli si stanno comportato male laggiù’, ci sono momenti in cui sembra che siamo andati fuori controllo: stiamo parlando dell’impero romano. E hanno regnato per un lungo periodo. Possono aver pensato “Mandiamo giù un altro dei nostri emissari per vedere se riesce a fermarlo. Indovinate un po’? Lo hanno crocifisso! Ho sempre immaginato che gli Ingegneri fossero delle creature simili a Dio, che però vedi che non sono così buone, e non sono nemmeno Dio. Fin dall’inizio ho lavorato con la premessa che avrei fatto un seguito. Non volevo incontrare Dio nel primo. Volevo lasciar dire alla Dott.ssa Shaw ‘Non voglio tornare indietro da dove sono venuta. Voglio andare dove sono venuti loro’”. Sarà stato Scott o Damon Lindelof a proporre la folle idea? Il regista aveva davvero in mente di realizzare due pellicole? Non lo sapremo mai, ma quello che è certo è che il secondo film dovrebbe rispondere ad alcuni quesiti e sapremo effettivamente perché gli Ingegneri volevano inviare una navicella carica di morte, questo prima che un incidente li distruggesse con la loro stessa arma.
8) Chi sono realmente gli Ingegneri, cosa hanno progettato e come si collegano allo Space Jockey di Alien?
Gli Ingegneri non sono quindi Dei, ma rappresentanti di una razza aliena molto evoluta, che vive su un pianeta sconosciuto del quale non sappiamo effettivamente la collocazione. Non sappiamo da quanti individui sia effettivamente costituita la loro razza, e nemmeno perché hanno creato la vita su altri pianeti: ci penserà la Dott.ssa Shaw a rispondere (speriamo) a questi quesiti nella prossima pellicola. Quello che si capisce dalla pellicola è che gli Ingegneri hanno creato un particolare liquido nero, dal potenziale mutante incredibile e particolarmente rapido. Basta l’ingresso degli esploratori nella stiva dell’astronave per farlo fuoriuscire (probabilmente a causa del cambio di pressione e atmosfera). Alcuni piccoli vermi, che vediamo calpestati in una sequenza, vengono a contatto con il liquido e si trasformano prima in quella specie di cobra che assalta il biologo interpretato Rafe Spall.
David contagia volontariamente il dott.Holloway (a scopo accademico?) direttamente con il liquido nero, che provoca una sua mutazione di qualche tipo (non solo il vermetto nell’occhio, ma certamente una mutazione sistemica). Tramite un rapporto sessuale con la Dott.ssa Shaw, riesce a trasferire in lei un potenziale mutante. Nel giro di poche ore nell’addome della donna si sviluppa una creatura, che lei riesce a rimuovere con l’intervento di chirurgia automatico. La Shaw crede di aver ucciso quella specie di “calamaro” uscito dal suo corpo, ma verso il finale scopriamo che è cresciuto di dimensioni fino a superare i due metri di altezza. Il “calamaro” si comporta in realtà come un mega-facehugger (parassita che nel primo Alien da il calcio di inizio alle terribili avventure della Nostromo) e lo vediamo attaccare l’Ingegnere, abbracciandogli il volto (da qui il termine Face-Hugger). Grazie a questa modalità riesce a veicolare nel suo interno una nuova creatura, che è il precursore dello storico Xenomorfo di Alien. Quindi gli Ingegneri non hanno creato volontariamente gli Xenomorfi della saga di Alien, che sono quindi un incidente di percorso dei quali sono rimasti loro stessi vittima (e buona parte della responsabilità è di David!).
Capitolo Space Jockey. Per chi non lo sapesse, con Space Jockey (termine mai pronunciato nella saga) si è sempre inteso l’alieno del primo film che viene scoperto dai tre astronauti nell’astronave: ritrovavano un enorme scheletro di un grande essere extraterrestre con un grosso squarcio nel petto. Nella stessa nave troveranno anche le uova, dalle quali uscirà il primo facehugger che attacca Kane (John Hurt). All’uomo, dopo qualche ora, una creatura squarcerà il petto proprio come allo Space Jockey: lo Xenomorfo. Grazie a Prometheus comprendiamo che lo Space Jockey è in realtà un Ingegnere con addosso la sua tuta spaziale, con tanto di casco simil-esoscheletro. Possiamo vederlo in cabina di pilotaggio e salire sullo stesso sedile visto nel primo Alien (una scena davvero iconica ed emozionante), ma allo stesso tempo capiamo che quello NON è lo Space Jockey di Alien (l’originale nell’immagine qui sotto). Infatti dopo la caduta dell’astronave finirà per cercare la Shaw finendo per essere vittima del mega-facehugger.
Questo anche perché…
9) …La navicella è la stessa di Alien, ma non è proprio la stessa!
Il pianeta dove è ambientato parzialmente il primo Alien e interamente Aliens – Scontro Finale è denominato LV-426. La luna dove è ambientata Prometheus è la LV-233, un corpo celeste che probabilmente fa parte dello stesso sistema stellare. Questo significa che la navicella schiantata che vediamo in Alien non è la stessa che il capitano Janek riesce a distruggere e a far precipitare alla fine di Prometheus, nonostante siano atterrate in posizioni simili. Non dovrebbe essere nemmeno quella che la Dott.ssa Shaw e David stanno pilotando nel finale, e purtroppo non possiamo che aspettare il secondo film per saperne di più.
10) Lo Xenomorfo finale non è lo Xenomorfo di Alien
Mancano ancora 29 anni ad Alien, e non sappiamo ancora cosa è avvenuto in questo lasso di tempo. Quali nuove mutazioni possono essere avvenute, e come si può essere evoluta la mostruosa razza aliena? Alla fine di Prometheus vediamo un proto-Xenomorfo squarciare il petto dell’Ingegnere.