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"Cigarettes are pack murderers."

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  • Larghezza massima ai vertici 51,9mm
  • Larghezza all’impugnatura 47,2 mm
  • Profondità 23mm alla base, 24mm nell’area connettore
  • Peso 49gr (senza batteria e boccetta vuota)






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COMPONENTI
Connettori MAV
Era l’estate del 2013, quando mi appassionai al mondo del Bottom Feeder. Fu il mio amico Angelo a farmelo conoscere fisicamente, lui che con la sua passione per i lavori in legno stava già sperimentando le prime scatolette. Me le mostrava con la passione tipica di un artista e mi illustrava le varie soluzioni da adottare per il cablaggio. All’epoca chi faceva le box fai da te non disponeva dei numerosi siti che esistono oggi, e spesso i componenti venivano rimediati nei negozi di elettronica online e fisici. In rete le informazioni si scambiavano sui forum e non sui gruppi FB, uno di quelli che fece la storia è EsigForum, il cui creatore, Michele, fu uno dei pionieri di questo mondo in Italia. Il problema grosso erano i connettori. La pratica più diffusa era l’utilizzo di quelli di ricambio delle esig tipo 510, quelle di forma simile alle sigarette, che avendo l’attivazione automatica avevano un foro sul pin positivo utile a creare la depressione per far attivare la batteria, quando si aspirava.


La soluzione adottata era quindi quella di inserire un tubo metallico nel foro del pin del connettore 510 (tutti di fattura cinese) e saldarlo insieme al filo.

Questa era la soluzione più economica e pratica da realizzare, ma rimaneva il problema del trasudo di liquido sopratutto per quando si utilizzavano atomizzatori che prendevano l’aria dal basso (316, 510 bridgeless, cisco etc).

Per risolvere si utilizzavano delle cosiddette “vaschette” (Drip Cup per il mondo anglofone), nient’altro che tazzine metalliche con un foro  sul fondo, tale da poterci incastrare il famigerato connettore 510 femmina.

In questo periodo sono quindi nati i nomi utilizzati ancora oggi per i identificare i connettori BF. Nomi come “vaschetta“, “cup” o “tazza” che oggi poco si associano ai connettori attuali.

La MAV2 fu realizzata in
alluminio, ottone e acciaio.



I connettori MAV2, venivano realizzati interamente a mano, da un artigiano locale, che pazientemente li torniva uno ad uno. Sarebbe stato senz’altro più logico e commercialmente vantaggioso realizzarli con un tornio automatico. Vuoi per l’ancora “bassa” richiesta ma sopratutto per non togliere lavoro all’artigiano che fu l’unico che trovai a rendersi disponibile e ad “ascoltarmi”, reputai giusto continuare a farli da lui, seppur con costi multipli rispetto ad una produzione automatica. Nel giro di pochi mesi il mondo del BF iniziò svilupparsi sempre di più. Nascevano siti con corner dedicati al fai da te e molti “modder” producevano già vaschette progettate appositamente per le loro creazioni. Erano connettori a vaschetta appunto, dotati di pin regolabile a vite, con il corpo realizzato ad hoc in un unico pezzo. Il formato più utilizzato era sicuramente la vaschetta da 14mm, che qualche collezionista ha ancora senz’altro montata su qualche box gelosamente custodita.

La situazione iniziò a mutare quando  comparvero i primi atomizzatori di diametro maggiore, 19mm o più. Il  vecchio connettore da 14 non era utilizzabile. Alcuni costruirono dei “flatter“, nient’altro che adattatori che si avvitavano sulle vaschette che ormai erano divenute da incasso, in modo da avere comunque la possibilità di utilizzare atom grandi. Produssi quindi alcuni esemplari di MAV2 da diametro interno 20mm, ma avevo già intuito che non poteva essere una soluzione, sia per il sistema ormai troppo grossolano rispetto a connettori appositamente progettati, sia perché intuivo già che la variazione dei diametri dei vari atom a venire avrebbero reso necessario soluzioni differenti.

Anche in questo caso fu Angelo a  pensarla bene. In uno dei nostri incontri da appassionati mi fece uno schizzo di un connettore, con la parte superiore intercambiabile. Possiamo considerarlo a tutti gli effetti la prima bozza della MAV3. Il difficile era mettere in pratica l’ottima idea ma nel giro di qualche mese buttai giù alcuni disegni “tecnici”. Sulla carta doveva funzionare, ora il problema era trovare qualcuno che potesse realizzare il prototipo e se funzionale iniziare a  produrne. Non fu per nulla facile o almeno non lo era quì nella mia zona. Chi aveva la tecnologia per farlo non si scomodava per quei pochi pezzi che era alla nostra portata pensare di realizzare in prima battuta. Ci provarono dei ragazzi titolari di una torneria con validi strumenti, ma non andò bene, i loro macchinari non erano adatti allo scopo. La soluzione arrivò solo dopo vari tentativi di contatti reperiti in rete.

Era il 16 settembre 2014, giorno che non  dimenticherò, quando arrivarono i primi prototipi. Non ci credevo  neanche io, i vari “anelli” di differenti misure si avvitavano a meraviglia…il pin era perfetto e non di meno l’isolatore. Funzionava! Avevo in mano la prima MAV3 “All in One” con vaschette intercambiabili.

La prima produzione aveva come vaschette disponibili una 16mm di diametro interno, una 20mm di diametro interno ed un anello piatto da 22mm.


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