Produzione - ALIEN

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Produzione

ALIEN 1
Mentre studiava cinema alla University of Southern California, Dan O'Bannon (in foto) scrisse un racconto di fantascienza intitolato Dark Star con il regista John Carpenter e l'artista concettuale Ron Cobb. Alcuni anni dopo, O'Bannon iniziò a lavorare su una storia simile che però si focalizzasse maggiormente sull'horror: «Sapevo di voler fare un film horror su una nave spaziale con pochi astronauti a bordo», disse, «una sorta di Dark Star in chiave horror invece che comica».
Ronald Shusett, nel frattempo, stava lavorando alla prima stesura di quello che divenne in seguito Atto di forza. Impressionato da Dark Star, egli contattò O'Bannon e i due decisero di collaborare insieme ai loro progetti, scegliendo di lavorare al soggetto di O'Bannon che ritenevano meno dispendioso da realizzarsi. O'Bannon aveva scritto ventinove pagine di un copione intitolato Memory comprendente quella che sarebbe stata la scena iniziale di Alien: Un gruppo di astronauti svegliati dall'ibernazione che scoprono come il loro viaggio sia stato interrotto a causa della ricezione di un segnale di soccorso da un pianeta ignoto. Tuttavia, a questo punto, O'Bannon non aveva ancora ben chiaro quale sarebbe stato il proseguimento della  storia.
Poco tempo dopo, lo sceneggiatore accettò di lavorare all'adattamento cinematografico di Alejandro Jodorowsky del romanzo Dune, progetto che lo trattenne a Parigi per un periodo di circa sei mesi. Sebbene il progetto alla fine fosse sfumato, servì ad introdurre O'Bannon nella cerchia di svariati artisti che gli fornirono l'ispirazione per il suo soggetto di fantascienza-horror. Egli conobbe  infatti Chris Foss, H. R. Giger, e Jean "Moebius" Giraud. Nello specifico, trovò particolarmente "disturbanti" i lavori di Giger: «I  suoi dipinti ebbero un profondo effetto su di me. Non avevo mai visto  nulla che fosse così orribile e meraviglioso allo stesso tempo. E così decisi di scrivere un copione su uno dei mostri di Giger». Fallito il progetto di Dune, O'Bannon tornò a Los Angeles e, insieme a Shusett, rimise mano alla sceneggiatura di Memory. Shusett suggerì che O'Bannon rispolverasse una delle sue vecchie idee, riutilizzando elementi di una sceneggiatura circa un gremlin che si infiltrava su un bombardiere B-29 durante la seconda guerra mondiale, trasportando lo stesso concetto su un'astronave nel futuro. Il titolo di lavorazione del progetto divenne ora Star Beast, ma O'Bannon lo cambiò presto in Alien. Fu di Shusett l'idea che un membro dell'equipaggio venisse infettato da un embrione alieno, pensando che fosse una trovata interessante per giustificare la presenza del mostro a bordo della nave spaziale.
Nello scrivere il copione, O'Bannon trasse ispirazione da svariate opere di science fiction e horror. Affermò successivamente: «Non rubai Alien a nessuno in particolare. Lo rubai un po' da tutti!» La cosa da un altro mondo (1951) fornì l'idea di un gruppo di lavoratori messi alle strette da un alieno mortale in uno spazio claustrofobico. Il pianeta proibito (1956) diede a O'Bannon l'idea della nave spaziale atterrata su un pianeta sconosciuto, il quale equipaggio viene sterminato uno ad uno da una misteriosa creatura.  Terrore nello spazio di Mario Bava (1965) contiene una scena nella quale i protagonisti della storia scoprono un gigantesco scheletro alieno; cosa che influenzò la scena nella quale tre membri dell'equipaggio del Nostromo trovano la carcassa di una creatura aliena nella nave spaziale in rovina. Però, nonostante le evidenti similitudini, sia O'Bannon che Ridley Scott dichiararono nel 1979 di non avere mai visto prima Terrore nello spazio. Infine, lo stesso O'Bannon fece notare l'influenza di altre pellicole meno conosciute come Junkyard (1953), cortometraggio dove un gruppo di astronauti atterra su un asteroide e scopre una stanza piena di uova aliene, e Strange Relations di Philip José Farmer (1960).
Avendolo completato all'85% circa, Shusett e O'Bannon presentarono il copione iniziale a diversi studios, descrivendolo come una sorta di "Lo squalo ambientato nello spazio". Furono in procinto di firmare un contratto con la compagnia di Roger Corman, quando un amico segnalò loro Gordon Carroll, David Giler, e Walter Hill, che avevano formato una casa di produzione chiamata Brandywine che aveva legami con la 20th Century Fox. O'Bannon e Shusett firmarono un accordo con la Brandywine, ma Hill e Giler non erano soddisfatti del copione e vi apportarono numerose modifiche. Ciò causò tensioni con gli autori, che ritenevano Hill e Giler avessero molta poca esperienza in materia di science fiction. O'Bannon minacciò di richiedere che il suo nome e quello di Shusett fossero tolti dallo script, ma alla fine venne raggiunto un compromesso tra le due parti. Hill e Giler aggiunsero comunque sostanziali elementi alla storia, inclusa la presenza dell'androide Ash (ritenuta superflua da O'Bannon), poi definita da Shusett "una delle cose migliori nel film". In totale Hill e Giler fecero passare il copione attraverso otto revisioni, concentrandosi principalmente sul personaggio di Ash e rendendo i dialoghi più naturali e scorrevoli.
Nonostante le molteplici riscritture, la 20th Century Fox non era ancora ben sicura di voler finanziare un film di fantascienza. Tuttavia, dopo l'enorme successo di Guerre stellari nel 1977, lo studio accettò di produrre la pellicola. Il budget  iniziale stanziato per l'opera fu di 4,2 milioni di dollari, poi  raddoppiato dopo l'entrata di Ridley Scott nel progetto.
Dan O'Bannon e Ronald Shusett, autori del soggetto, avevano collaborato nei primi anni settanta con i disegnatori Chris Foss e Hans Ruedi Giger per il progetto mai avviato del film Dune con la regia di Alejandro Jodorowsky. Materiale e disegni furono riutilizzati per Alien . O'Bannon aveva scritto intanto un soggetto horror che aveva per scena un bombardiere americano della seconda guerra mondiale, trasposto nell'episodio B17 del film d'animazione Heavy metal (1980), idea embrione per Alien .
Lo scrittore di fantascienza A. E. van Vogt minacciò di intentare causa per plagio contro i realizzatori del film, accusandoli di aver tratto l'idea di Alien dal suo racconto del 1939 Discord in Scarlet (edito in Italia nel volume Crociera nell'infinito), in quanto da una lettura obbiettiva esistono diverse attinenze:

  • la superiorità indiscussa del mostro sull'umano;
  • le tecniche riproduttive dei due alieni che utilizzano entrambi un essere umano vivente come ospite;
  • sia nel film sia nel racconto il mostro viene sconfitto venendo espulso, con l'inganno, nello spazio.

Fra le parti fu infine raggiunto un accordo economico.
Numerose idee narrative, atmosfere e scene, come quella in cui l'equipaggio della Nostromo rinviene i giganteschi resti di creature aliene, presentano delle evidenti analogie con il film Terrore nello spazio di Mario Bava, del 1965, di cui lo stesso capolavoro scottiano può definirsi un'acuta e raffinata reinterpretazione. Il soggetto di Alien, inoltre, ricorda molto da vicino quello del film Il mostro dell'astronave, diretto da Edward L. Cahn nel 1958, nel quale viene narrata la vicenda di un equipaggio d'astronave che dopo aver compiuto un salvataggio su Marte inizia il viaggio di ritorno verso la Terra del tutto inconsapevole di una presenza aliena a bordo.


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